Serata conviviale “Avvocati di strada” e i diritti degli esclusi, con l’Avv. Antonio Mumolo
Imparare in che cosa consiste la professione di avvocato di strada, che difende i diritti dei senza tetto e delle persone che non hanno possibilità economiche è stata la tematica a cui era dedicata la nostra serata conviviale di inizio novembre.
Si parla spesso di patrocinio dello Stato per le persone che non possono permettersi di incaricare un avvocato. Ma quando si firmano i moduli per ricorrere ad un avvocato con il patrocinio dello Stato, tra le prime informazioni richieste figurano la carta di identità e la residenza.
Poiché le persone di strada non hanno un alloggio dove risiedere, non hanno neanche la possibilità di indicare una residenza su un modulo e di avere quindi una carta di identità.
A tutto questo si lega anche l’accesso ad altri diritti legati alla residenza come il diritto di accedere alle cure e di farsi rappresentare da un legale.
E qui interviene l’avvocato di strada, proprio per essere vicino a delle persone che non hanno residenza e difendere i loro diritti. Fornendo loro assistenza gratuita e creando anche per loro una base necessaria e una vita degna.
Alle persone che vengono soccorse nel nostro paese anche quando provengono dall’estero ci pensa il diritto internazionale. A quelle che hanno una residenza in un altro paese, ma si trovano temporaneamente nel nostro ci pensa tutto quello che è legato al principio di residenza.
Ma il ruolo dell’avvocato di strada è di pensare ai diritti degli esclusi laddove un vuoto giuridico non ha fornito soluzioni.
Oggi, l’associazione degli avvocati di strada è attiva su tutto il territorio italiano e pensa proprio a queste persone.
Straordinariamente meritevole e degno di lode è il loro fondamentale contributo.
A tutte queste persone che si adoperano per i diritti degli esclusi va il nostro plauso e il nostro vivo ringraziamento.