Istituto delle Scienze: storia e attualità del Metodo Galileano
Evento prettamente artistico, come di consueto, per Rotary Club Bologna Valle del Savena. Questa volta, nella cornice del Savoia Regency, grazie all’importante contributo della prof.ssa Donatella Maino Biagi, studiosa di pittura e attualmente impegnata nella protezione di opere a rischio antropico e naturale, il tema cardine della serata del 18 Febbraio, è stato l’Istituto delle Scienze bolognese. Con una dialettica e una preparazione senza pari, la prof.ssa ha fatto il punto sulla rilevanza storica, artistica e sociale dell’Istituto in una seicentesca Europa dei Lumi i cui effetti si possono toccare con mano ancora oggi entrando nelle stanze del maestoso Palazzo Poggi. A Luigi Ferdinando Marsili, generale bolognese dalla cultura enciclopedica, si deve la riforma dell’approccio al metodo di studio bolognese, affiancando alla mera teoria la sperimentazione vera, creando un istituto parallelo all’università bolognese. Grazie anche all’appoggio di Benedetto XIV, l’Istituto ha dato voce a scienziati, letterati e artisti di contesti culturali altissimi, da Creti a Tibaldi, da Ubaldo a Galvani. La particolarità della storia di Marsili sta nel fatto che, nonostante sia stato il fautore dell’Istituto, rendendolo unico nel suo genere, fu poi cacciato da Bologna probabilmente per via dei professori universitari troppo attaccati a un metodo di studio ex cathedra, fino ad arrivare all’oblio con l’arrivo di Napoleone e con la crisi culturale che subentrò successivamente che portò molti artisti alla diaspora. La storia dell’Istituto, dal sapore dolceamaro, ha fatto riflettere moltissimo l’uditorio sull’immenso patrimonio di una Bologna sempre più impegnata a far riemergere le sue preziosità uniche.
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