Serata 12 giugno 2017 – Incontro con il Comandante Alfa
Serata in Interclub tra il Rotary Bologna Valle del Savena (capofila), Bologna Ovest “Guglielmo Marconi” e Bologna Nord per un ospite d’eccezione, il Comandante Alfa.
Luogo dell’incontro, inusualmente è stato l’Hotel Calzavecchio a Casalecchi di Reno, poiché l’Hotel Savoia era totalmente impegnato essendo luogo nominato per il G7 sull’ ambiente.
Avvolto dall’aura di mistero del suo personaggio, il Comandante Alfa, coperto per motivi di sicurezza da un mephisto, si è intrattenuto con i numerosi soci e ospiti per descrivere la sua vita di persona e la sua vita da carabiniere, parlando anche del suo ultimo libro autobiografico “Io vivo nell’ombra”.
Uno dei 5 “soci fondatori” del Gruppo di Intervento Speciale dei carabinieri, meglio noto come GIS. Nato nel 1978, il GIS ha ben presto mostrato sul campo una straordinaria efficienza, con missioni di cui il Comandante Alfa è stato protagonista per oltre 30 anni, per poi diventare istruttore all’apice della carriera.
Nella serata il Comandante Alfa ha ripercorso gli esordi del GIS in funzione Antiteroristica negli anni di piombo e le lunghe notti i Aspromonte durante la stagione dei sequestri, fino alla liberazione di Cesare Casella.
Di seguito vi è una citazione dal prologo del libro molto significativa di quello che ha spiegato in tutta la serata:
“Tutti gli uomini conoscono la paura. Pochi sanno trasformarla in coraggio. Io ho imparato a farlo. Nascondo il volto con un mephisto, ho un nome in codice, nemmeno gli amici più intimi sanno quello che faccio. Ho scelto di vivere nell’ombra per servire e proteggere lo Stato.Sono un operatore del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri, il Gis, una delle migliori forze speciali al mondo. Non sono un superuomo, ma un uomo normale, uno come voi chiamato però a imprese straordinarie. Per diventare quello che sono ho imparato a domare la paura e a trasformarla in forza, in una spinta di adrenalina che permette di superare qualsiasi ostacolo. E’ il dominio del coraggio. E sopratutto mi sono addestrato per anni. Duramente! Ho marciato per chilometri con il peso di uno zaino affardellato sulle spalle, mi sono lanciato in caduta libera da 4000 metri, ho nuotato in acque profonde e scure, strisciato nelle foreste, scalato montagne e mi sono calato appeso a una corda dal tetto di un palazzo. Ho perso il conto dei proiettili che ho sparato con ogni tipo di arma. So combattere in cielo, terra e mare. Non ho perso la mia umanità, però: dentro di me c’è ancora il ragazzo siciliano che inseguiva il volo di una rondine per scoprire il segreto del coraggio. Detesto la violenza ma ho dovuto conoscerla a fondo per impedire che altri la usino sugli inermi, non mi piacciono le armi ma so maneggiarle tutte, lunghe e corte, perchè sono indispensabili per il mio lavoro.“
Finita la relazione, ovviamente, tantissime le domande di curiosità e di approfondimento di una gran parte del pubblico presente.